Istituzione del presepio Stampa

Mi ha sempre colpito una pagina di Nietzsche dove ricorda gli anni della fanciullezza: "Guarda! Gesù bambino nella mangiatoia, circondato da Giuseppe e Maria e dai pastori adoranti! Che sguardi pieni di fede ardente gettano sul bambino! Voglia il cielo che anche noi ci abbandoniamo con tale dedizione al Signore!" (1).
Due nomi sono legati all'origine del presepe: Greccio e S. Francesco.
Greccio è un paese medievale, alle pendici del monte Lacerone, alto sul mare 705 metri; dista da Rieti una quindicina di chilometri ed ha più o meno 1.400 abitanti.
Al massimo sarebbe ricordato come luogo di villeggiatura estiva se S. Francesco non vi avesse... inventato il presepe. Lui amava questo luogo perché aveva le caratteristiche della semplicità; ma nutriva una predilezione specialmente per gli abitanti perché avevano corrisposto alla sua predicazione. 
E' lì che fu ispirato a fare il presepe. 
Francesco morì a Santa Maria degli Angeli (Assisi) nel 1226. Questo avvenimento si colloca tre anni prima (1223).
Due sono le fonti che ce ne parlano.
S. Bonaventura scrive che Francesco: "Tre anni prima della sua morte, volle celebrare presso Greccio il ricordo della natività di Gesù Bambino, e desiderò di farlo con ogni possibile solennità, al fine di eccitare maggiormente la devozione dei fedeli. Perché la cosa non fosse ascritta a desiderio di novità, prima chiese e ottenne il permesso dal Sommo Pontefice" (2). 
L'altra fonte più dettagliata è il biografo del Santo, Tommaso da Celano. 
Papa Gregorio IX, dopo aver dichiarato santo Francesco il 16 luglio 1228, incaricò frà Tommaso di stendere una biografia ufficiale del Santo che poi lui stesso approvò nel 1229. Questa biografia si chiama Vita Prima e fu scritta tra il 1228 e 1229. In un secondo momento, tra il 1246-1247, ancora lo stesso fra Tommaso scrisse un'altra biografia, chiamata Vita Seconda, per obbedienza al Capitolo Generale di Genova svoltosi nel 1244 ed al Superiore Generale dell'Ordine. 
Nella Vita Prima Tommaso da Celano ci dice che Francesco, quindici giorni prima del Natale fece chiamare un signore molto buono di nome Giovanni per chiedergli di aiutarlo nell'attuare il pio desiderio: "Vorrei raffigurare il Bambino nato a Betlem... Appena l'ebbe ascoltato, il fedele e pio amico se ne andò sollecito ad approntare nel luogo designato tutto l'occorrente, secondo il desiderio esposto dal Santo. 
"Giunse il giorno della letizia; sono convenuti molti frati da varie parti; uomini e donne arrivano festanti dai casolari della regione, portando ciascuno secondo le sue possibilità, ceri e fiaccole per illuminare quella notte. Arriva alla fine Francesco; vede che tutto è predisposto secondo il suo desiderio, ed è raggiante di letizia. Ora si accomoda la greppia, vi si pone il fieno, e si introducono il bue e l'asinello. Si loda la povertà, si raccomanda l'umiltà. Greccio è divenuto come una nuova Betlemme.
"Questa notte è chiara come pieno giorno e dolce agli uomini e agli animali. La gente accorre e si allieta di un gaudio mai assaporato prima, davanti al nuovo mistero.
"I frati cantano scelte lodi al Signore, e la notte sembra tutta un sussulto di gioia. Il Santo è lì estatico di fronte al Presepio, lo spirito vibrante di compunzione e di gaudio ineffabile.
"Poi il sacerdote celebra solennemente l'Eucarestia sul Presepio" (3). 
Così è iniziata nel 1223 la tradizione di fare il presepe, ormai diffusa in tutto il mondo.

NOTE

1) Nietzsche Friedrich, La mia vita. Scritti autobiografici 1856-1869, Adelphi, Milano 1977, p. 33.
2) S. Bonaventura, Legenda Maior, cap. X, n. 7. Testo in Fonti Francescane, Ed. Messaggero, Padova 1980, p. 924.
3) Tommaso da Celano, 1, n. 84-85; Testo in Fonti Francescaneo.c., p. 477 s.

 

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